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Incontri e mescolanze a Leuca

Incontri e mescolanze a Leuca

Incontri e mescolanze a Leuca

Essere a più a sud di ogni Sud, lambire due mari, baciare il Mediterraneo, essere mediterraneo è molto di più di una nozione geografica. È un fatto culturale, una questione di identità e chi giunge a Leuca lo comprende. Essere mediterraneo vuol dire trarre vita dal mare e dalla terra, bere vino e spezzare il pane sempre con il prossimo. Fin dai tempi di Ulisse che solcava queste acque, l’ospitalità è per noi un vincolo sacro.

Nel bene e nel male, sono approdati nel corso dei secoli tanti e tanti uomini da ogni dove. E nel Mediterraneo, siamo tutti fratelli. Anche sull’altra sponda del Mare Nostrum si coltivano l’olivo e la vite e d’estate il sole picchia sulle bianche case con la stessa intensità.

Prima vennero i Greci che ci hanno regalarono il nostro bel nome, Leuca “la bianca”, con i loro magnifici edifici e le loro conoscenze nella navigazione. Giunsero poi i Romani e portarono la sapienza nell’urbanistica e nella politica. Dopo i Romani, tanti e tanti si sono susseguiti alla conquista di questo Sud, ricco di risorse eppure sempre dimenticato.

Ma anche di questi conquistatori, non sempre la storia lascia tracce. Normanni, Francesi, Spagnoli… Spesso sono strane le cose che si ricordano. Leuca, per esempio, si ricorda dei Turchi, che nel 1500, dominavano sul mare.

Le tante torri che puntellano la costa non sono altro che torri di avvistamento che avrebbero dovuto preannunciare l’arrivo delle temute navi saracene.

Una di esse è la fascinosa Torre dell’Omomorto, che deve il suo nome al ritrovamento di alcune ossa al suo interno. Sulla sommità merlata dobbiamo immaginare artiglieri pronti a sparare. Vi sono poi tante altre “sorelle”, come Torre Vado e Torre Marchiello, rispettivamente a Morciano di Leuca e Castrignano del Capo. La prima è ben conservata grazie ai lavori di restauro ed ha un aspetto elegante grazie alle sue finestrelle bifore.  Ai tempi, era stata adibita a torre cavallara, cioè era dotata di un messaggero a cavallo che in caso di pericolo partiva per avvertire i paesi dell’entroterra. La seconda, più dismessa, è comunque visitabile.

Molto più spesso, però, gli incontri e le mescolanze culturali si svolgevano in modo pacifico e senza grandi clamori, tra la gente comune. Mercanti, artigiani, operai, banchieri, dalla Turchia, dall’Arabia, da Gerusalemme, tutti hanno fatto sosta a Leuca oppure vi hanno preso dimora, per non parlare delle migliaia di pellegrini che dalla Spagna, dalla Francia, dal Nord Italia, giungevano al Santuario. Durante la Seconda guerra mondiale accolse gli inglesi e gli americani e ancora oggi è in prima linea in fatto di accoglienza.

La storia ci ha insegnato sempre ad abbracciare, ad includere, a fare dell’ospite il nostro re. Questa è la vera anima mediterranea del Salento e questo è lo spirito che soffia su Leuca, sul lungomare, tra le case e qui, al Montirò Hotel.

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