Inverno in Salento
Il mare d’inverno qui a Leuca è pieno di vita, di barche e, quando il vento lo consente, di surfisti. È lo scirocco il grande amico dei surfisti, che ingrossa le onde che si infrangono sul lungomare e offre scorci meravigliosi, visioni da dipinti ottocenteschi, con il faro di Leuca che solido si erge tra i vortici e i flutti. Il mare d’inverno parla di malinconia e anche di vita, di una vita che non sente le stagioni, ma si mantiene sempre uguale a se stessa eppure eternamente mutevole. Il mare d’inverno a Leuca è incredibilmente dinamico e vivo e pieno di attività. Surf, vela, pesca, avventura.
L’inverno qui è un’onda che sale e ribolle, ma è anche un cielo stellato dove campeggia in tutta la sua maestosità Orione, sotto il quale sfavillano i falò e al quale si alzano canti d’amore e di gioia.
I falò si accendono ed illuminano e riscaldano tutto l’inverno salentino. Già da tempi immemori , dall’età dei greci e dei romani, il falò era visto come una fonte di luce e di purificazione, un modo per salutare la stagione fredda e allo stesso tempo esorcizzarla. D’inverno i lavori nei campi si fermano e si resta chiusi in casa, con la famiglia con i cari. Il falò è anche condivisione, è senso di comunità . Dalla festa di Santa Lucia il 13 dicembre fino alla metà di marzo, in diversi paesi del Salento si moltiplicano le feste di luce, con le focare, i falò, grandi e imponenti come la focara di Novoli, la più alta del Mediterraneo, o piccoli e numerosi, come nella notte di San Giuseppe.
Dai tempi dei Saturnali romani il fuoco è sacro, e qui in Salento il fuoco si lega a numerose festività religiose invernali, Santa Lucia, San Giuseppe, San Gregorio e tanti altri ancora, ogni paese ha il suo patrono.
In questo periodo è imperdibile una vacanza in Salento. Attorno ad una pira si animano intere sagre, dove degustare prodotti tipici, come le pucce, le pittule o le zeppole o un piatto di ciceri e tria, ma soprattutto si danza , si canta per scacciare il freddo. I tamburelli battono un tempo cadenzato e continuo, che sembra il pulsare delle vene del mondo e nessuno può trattenersi, si deve danzare attorno al falò, cantare tutti insieme antiche melodie e tenersi per mano. Così, mentre il mare amplifica lo sfavillare dei fuochi ed accende la notte di vampe che quasi fanno impallidire le stelle, il freddo è meno freddo, anzi scompare e resta l’impressione di essere finiti in un caldo abbraccio di gente e ricordi, d’amore perduto e ritrovato.
Il Salento del mare e dei falò vi aspetta per sussurrarvi nuove storie.